ICOPiattaforma : Playstation2
Genere: Avventura/Esplorazione
ICO è un gioco di Fumito Ueda, uscito in Giappone nel 2001 e in America ed Europa solo un anno dopo. Esso rappresenta il primo capitolo di una trilogia spirituale di cui fanno parte "Shadow of the Colossus" (2006) e il futuro "The Last Guardian".
Il gioco è un’esclusiva Sony, e nel 2011 ne è uscita una versione rimasterizzata in HD assieme al prequel Shadow of the Colossus.
Trama:Ico è un ragazzino cresciuto emarginato e isolato da tutti, a causa di una sua inquietante caratteristica: possiede un paio di grosse corna. Non è il primo bambino a nascere con le corna fra la gente del suo villaggio, ed è opinione comune che esse siano segno di sventura.
Come successo a tutti gli altri ragazzini con le corna nati prima di lui, Ico raggiunta l’età adatta viene catturato dalle guardie del villaggio, senza che la sua famiglia opponga resistenza, per essere portato in una fortezza su un’isola dove i bambini con le corna vengono da sempre rinchiusi e lasciati a morire.
La sorte di Ico è però diversa: poco dopo essere stato rinchiuso dai suoi carcerieri dentro un sarcofago di pietra, un terremoto fa cadere il coperchio del sarcofago, lasciando il bambino libero di vagare per la fortezza.
Poco dopo essersi liberato, durante una tempesta, Ico sale nella torre più alta della fortezza, dove trova una sorpresa: rinchiusa in una gabbia si trova una ragazzina apparentemente poco più grande di Ico, con la peculiare caratteristica di apparire come un essere etereo. Ico proverà a comunicare con lei, ma poiché parlano due lingue diverse dovranno capirsi a gesti. Scopriremo in seguito che la ragazza si chiama Yorda.
Ico libera Yorda e insieme cercheranno una via di fuga dalla fortezza. Ma se prima la missione di Ico era difficile ora è ancor più complessa: infatti delle misteriose creature oscure cercano di catturare nuovamente Yorda, e toccherà ad Ico cercare di difenderla…
Considerazioni personali:Ico è un prodotto che spicca nel panorama videoludico per vari motivi: innanzitutto la semplicità della sua trama e le motivazioni dei protagonisti: due bambini decisi a sfuggire ad un destino ingiusto e a trovare la libertà. Di fronte a saghe videoludiche sempre più imponenti e dalle trame spesso sempre più convulse pur di farle proseguire, fa piacere trovare questa situazione.
Altro punto di forza dell’opera è la poesia e il mistero di un mondo antico e arcano che è in grado di trasmettere, obiettivo che Ueda raggiunge facendo parlare i due ragazzi in due lingue sconosciute. Le parole di Ico sono sottotitolate, quindi comprensibili al giocatore, mentre la lingua di Yorda viene rappresentata da dei sottotitoli in geroglifico, che diverranno comprensibili solo durante la modalità Nuovo Gioco+. Questa caratteristica, che in principio può sembrare irritante, ha la finalità di porre il giocatore nei panni di Ico, che può capire la sua interlocutrice solo tramite gesti. Questo porta spesso a situazioni toccanti nella loro semplicità, da cui traspare la poesia del titolo, come quando il giocatore deve affacciarsi da una sporgenza per aiutare Yorda a salire, oppure quando la tiene per mano per strapparla dalle grinfie dei nemici.
Le ambientazioni non sono mai banali, condite spesso da interessanti e anche complessi enigmi. Plauso va fatto al lavoro grafico svolto (da ricordare che è un gioco del 2001!).
Le colonne sonore sono evocative, opera di Ooshima Michiru (responsabile delle OST di Fullmetal Alchemist e Sora no Woto).
Per concludere: Ico è un ottimo gioco, una perla di poesia in un mare di giochi spesso scopiazzati fra loro. L’innocenza e il senso di pace, solidarietà e coraggio sono il punto forte di questo titolo. La durata si assesta attorno alle 5 ore, con la possibilità di rigiocarlo godendo di qualche succoso extra.
Per concludere, vi lascio il main theme di ICO:
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