Borderlands 2, Recensione di Ruka

Quando si decide di sviluppare un ibrido di due generi videoludici sostanzialmente diversi, si è ben consapevoli del compiere una mossa alquanto azzardata; tale miscela potrebbe piacere agli amanti di entrambi i generi ma non piacere a chi ne apprezza uno soltanto dei due.
Nonostante il rischio, nel non troppo lontano 2009, Gearbox decise di lanciare sul mercato un prodotto che fondeva le meccaniche tipiche di un action rpg con quelle solite degli sparatutto in prima persona.
Molti lo davano per spacciato, complice il fatto che l’anno prima era uscito un altro ibrido, ovvero Fallout 3; si pensava infatti, che Borderlands fosse una sorta di clone, uscito male per giunta.
Tuttavia bastavano poche ore di gioco per ricredersi : il titolo aveva una personalità propria con un gameplay fortemente improntato sul multiplayer cooperativo, il tutto presentato in uno splendido Unreal Engine 3 in veste cartoonesca, grazie all’utilizzo del cel-shading. In pratica, col titolo Bethesda, condivideva solo il miscuglio di generi.
Dopo aver generato tantissimo (ma tanto !) hype nei fan che si sono spolpati il primo capitolo, il 21 Settembre è arrivato (18 per gli yankee) e finalmente possono tornare su Pandora, magari saltellando gioiosi mentre tentano di salvarsi la pellaccia dalle mille insidie presenti sul pianeta.
Saranno riusciti a soddisfare tutte le aspettative ? Scopriamolo in questa recensione di Parliamodivideogiochi.

Nel primo capitolo, la trama era un fattore secondario e veniva dato più spazio al gameplay che alla narrazione, mentre nel suo seguito le cose sono migliorate, fortunatamente.
Ambientato 5 anni dopo il finale di Borderlands, saremo chiamati a vestire gli insanguinati panni di uno dei quattro nuovi cacciatori, alla ricerca di una seconda cripta; ben presto la loro convocazione su Pandora, si rivelerà essere una trappola di Jack il Bello (ma mantenere il nome originale della versione americana, era troppo ?) carogna indiscussa a capo della Hyperion Corporation, organizzazione con lo scopo di eliminare la “feccia” da pandora. Ovvero, voi.
Non mi sogno nemmeno di spoilerarvi la storia messa in piedi da Anthony Burch, grazie a cui il titolo Gearbox, fa un enorme passo avanti su questo piano; la trama c’è, ve la godrete così come potreste fermarvi un attimo per riposarvi dall’azione frenetica e scellerata, anche soltanto per prestare meglio attenzione ad uno dei tantissimi dialoghi presenti nel gioco.

Queste, sono le classi disponibili all’inizio (a cui si aggiungerà la Mechromancer in futuro), ora personalizzabili anche esteticamente e che potranno (e preferibilmente dovranno) adattarsi allo stile di gioco di ogni giocatore.
Il gameplay vanta poche modifiche rispetto al predecessore, poche ma sostanziali e incisive. Tanto per dirne una, le missioni non saranno più “banalotte” e spesso ripetitive, bensì più dinamiche e articolate; siano esse principali o secondarie, non mancheranno di tenervi incollati allo schermo con situazioni assurde. Per il resto, il succo è quello : uccidendo nemici e portando a termine le quest, si guadagnano punti esperienza per salire di livello. Fatto ciò, si potranno spendere punti per potenziare le skill, stavolta ben differenziate in tre skill tree per classe e diventare così sempre più potenti.
Aggiornamento gradevolissimo quello degli obiettivi in-game : questi, a differenza del predecessore, non ci porteranno solo punti esperienza aggiuntivi, ma andranno ad aumentare il “livello duro” che ci conferirà gettoni da spendere per potenziare alcuni attributi (come 1 o 2 % di cadenza di fuoco, mira più precisa, danni, ecc…) e la particolarità sta nel fatto che queste statistiche non saranno legate al singolo personaggio, ma a tutti quelli che vorremo creare sul nostro profilo di gioco. Questo stimola a giocare anche una volta raggiunto il level cap (che senza DLC è 50).
Da segnalare anche la presenza di una cassaforte e un armadietto dove depositare gli oggetti che vogliamo conservare e il fatto che il potenziamento dell’inventario, della capienza munizioni e granate, non sono più legati al denaro o alle quest dei Claptrap rotti.
Vagando per le lande di Pandora infatti, potreste imbattervi in frammenti di Eridium, un minerale prezioso che viene usato come merce di scambio al mercato nero di Sanctuary, per acquistare quanto elencato prima.
Inutile dire che se il tutto è gia divertente in singolo, in multi (presente sia in locale su splitscreen che online, con un massimo di 4 giocatori) diventa una vera e propria droga da cui è difficile staccarsi.

Il comparto tecnico si attesta su ottimi livelli con un Unreal Engine performante e scalabile, che tuttavia può presentare cali di framerate notevoli in alcune situazioni e caricamenti delle texture in ritardo (difetti presenti anche nel predecessore). Nulla che mina la godibilità del titolo, che non delude nemmeno sotto il profilo sonoro, con doppiaggi più che buoni, così come gli effetti e una colonna sonora orecchiabile.

Se avete amato il primo capitolo, Borderlands 2 è un acquisto obbligato. Ore ed ore di gioco vi attendono, quintali di segreti da scoprire, tante missioni da completare e migliaia di armi da provare, fanno del titolo Gearbox un must e probabilmente un Game Of The Year. Se al contrario, non siete mai approdati su Pandora…beh, è il momento buono per farlo.

Domanda da un milione di dollari: per ibrido fra RPG e FPS intendete qualcosa in stile Fallout?