Shadow of the Colossus, Recensione di FullmetalCat

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FullmetalCat
view post Posted on 5/9/2012, 11:29     +1   -1




Shadow of the Colossus
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Piattaforma : PS2/PS3
Genere: Avventura/Esplorazione

Shadow of the Colossus è un gioco PS2 uscito nel 2006 a opera di Fumito Ueda, già autore dell’acclamatissimo ICO, da me già recensito. Shadow of the Colossus, pur non essendo dichiaratamente connesso ad ICO lascia intendere di essere un prequel a causa di diversi motivi legati alla trama e all’ambientazione.
Di recente il gioco ha goduto di una riedizione in HD su PS3, assieme ad ICO.
Si attendono ulteriori conferme sul travagliato sviluppo del nuovo capitolo di questa saga, The Last Guardian.

Trama:

Il gioco inizia con un filmato introduttivo semplice ed evocativo:

Video

Il giovane Wander (il nostro protagonista) è giunto dopo una lunga ricerca al misterioso e monumentale tempio visto nel video introduttivo. Egli porta nel fagotto sul suo cavallo Agro (nostro fedelissimo compagno d’avventura) il corpo di una ragazza.
Egli entra nella costruzione e adagia la ragazza su un altare, richiedendo l’aiuto del Dio del tempio. Esso possiede il potere di resuscitare la giovane e Wander si dice disposto a fare di tutto perché ciò avvenga. Il Dio decide di accogliere la sua richiesta, a una condizione: nella sala principale del tempio si trovano 16 statue, rappresentanti diversi mostri, i Colossi. Questi si trovano sparsi nell’immensa landa che circonda il tempio e sarà compito di Wander ucciderli tutti. Soltanto in seguito a questa impresa il Dio resusciterà la ragazza…

Gameplay:

Ciò che colpisce subito di questo gioco è una cosa: l’immensità del mondo.
Il nostro protagonista è da solo in un mondo vastissimo e apparentemente desolato, che conta i più disparati climi: vi sono montagne innevate, paludi, un deserto, una folta foresta, dei canyon e molte altre ambientazioni. Il mondo stesso è uno dei protagonisti di Shadow of the Colossus, poiché dovremo imparare a sfruttarlo per riuscire nella nostra missione, ovvero uccidere i colossi.
Questi ultimi sono gli unici nemici che si troveranno nel mondo di gioco. Essi sono tutti diversi fra loro e saranno necessarie diverse ingegnose strategie per eliminarli.
I colossi non possono essere affrontati frontalmente perciò bisognerà individuarne i punti deboli e colpire lì. Wander possiede come armi solo una spada e un arco, perciò sarà spesso costretto a distrarre in qualche modo i colossi, per poi arrampicarsi su di essi e colpire i punti deboli.
Ecco un esempio, il primo colosso:
Video

I più attenti avranno notato che Wander possiede due barre: quella rossa (la salute) e quel cerchio rosa. Quest’ultimo è la resistenza di Wander, molto importante per le arrampicate sul corpo dei colossi. Questi parametri aumentano mano a mano che vengono uccisi i colossi e possono essere ulteriormente aumentati trovando nel mondo di gioco dei frutti e delle lucertole dalla coda lucente. Questi, se colpiti con una freccia e poi raccolti aumentano rispettivamente salute e resistenza.

Altra cosa che potreste aver notato è la peculiare posizione della telecamera, che inizialmente può risultare fastidiosa. Questa angolazione è stata appositamente studiata per dare al giocatore un senso di immensità, fargli comprendere appieno quanto Wander sia ridicolmente minuscolo rispetto ai colossi e al mondo. Dopo averci fatto l’abitudine risulta estremamente suggestiva, soprattutto grazie ai meravigliosi scorci di paesaggio che è in grado di offrire. Inoltre permette di apprezzare le doti del nostro destriero Agro, utilissimo grazie alla sua velocità per viaggiare nel mondo di gioco e fedelissimo compagno contro molti colossi.

Nell’introduzione ho affermato che l’opera lascia intendere di essere un prequel di ICO. Pur non entrando nei particolari inerenti alla trama, la connessione con ICO risulta evidente da diversi particolari: innanzitutto come in ICO i personaggi parlano una lingua sconosciuta e risultano essere comprensibili solo tramite sottotitoli. Altro particolare che li accomuna è il vestiario usato dai protagonisti, decisamente molto simile, soprattutto per l’uso di un poncho. Inoltre lo stile architettonico del tempio di Shadow of the Colossus è incredibilmente simile a quello della fortezza vista in ICO.

Considerazioni personali:

Shadow of the Colossus si presenta come un’opera di respiro più ampio rispetto ad ICO: laddove in ICO trionfavano la semplicità e l’innocenza Shadow of the Colossus è una rappresentazione più epica, io stesso mi sono sentito così coinvolto soltanto da pochi giochi in vita mia. La soddisfazione di distruggere tutti i 16 colossi è enorme, soprattutto mai noiosa, dato il grande lavoro di caratterizzazione svolto su ogni colosso. Ciò impedisce al giocatore di annoiarsi e rende il gioco un’esperienza più unica che rara, incredibilmente godibile in un mondo videoludico dove prevale un malsano senso di “Più ne ammazzi meglio è”.
La grande forza di questo gioco è anche la semplicità della trama: un ragazzo che vuole salvare una ragazza e deve svolgere un compito difficile per farlo. Ovviamente vi saranno alcuni (inquietanti) colpi di scena, non temete.
Incredibilmente evocativo poi è il mondo di gioco stesso, soprattutto se accompagnato da una soundtrack di mirabile fattura, impreziosita da una componente fondamentale: il silenzio. Durante le fasi di esplorazione del mondo saranno presenti solo i rumori di sottofondo, senza accompagnamenti di sorta. Questo contribuisce a creare un’atmosfera molto spirituale.
Oltre alla storia principale sarà possibile scoprire qualche easter egg e, una volta concluso il gioco, sbloccare una modalità “Nuovo gioco +” e una modalità a tempo, in cui tutti e 16 i colossi verranno affrontati uno dopo l’altro e sarà possibile, completandola, ottenere degli extra.
La durata del gioco è attorno alle 12 ore, decisamente più lungo di ICO.
Inutile dire che questo gioco è indubbiamente consigliato a tutti coloro che hanno apprezzato ICO e anche a coloro che sono ansiosi di vivere un’esperienza videoludica
profondamente poetica e un po’atipica.
 
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